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Risorse bibliografiche per l'area Comunicazione e Spettacolo: Fondo Ferrania

In evidenza tra le opere nel Fondo Ferrania

Il Fondo Ferrania

La storia della Ferrania si lega indissolubilmente a quella della fotografia e della cinematografia italiana. Già negli anni Venti la FILM - Fabbrica Italiana Lamine Milano - era produttrice di una pellicola cinematografica, ma è nel 1932 con l'acquisizione della ditta milanese Cappelli, che distribuiva lastre fotografiche, che nasce “Ferrania Fabbriche riunite prodotti fotografici FILM” e Cappelli, come diceva la ragione sociale. Già da allora si realizzavano fotocamere nello stabilimento di via Friuli a Milano.
A partire dagli anni ’40 Ferrania si impose sul panorama industriale nazionale, diventando il polo propulsivo della tecnologia fotografica italiana fino a tutti gli anni ’90: nel 1949 nacque la pellicola negativa cinema Cine C7, con la quale viene girata la “Settimana Incom”; l’anno successivo furono girati i primi cortometraggi con la pellicola Ferraniacolor, ed è poi la volta di film come Totò a colori (1953), La spiaggia di Antonio Lattuada (1954) e La ciociara di Vittorio De Sica (1960) e molti altri.
I processi produttivi Ferrania contavano: 165 materiali fotosensibili diversi, 8 nastri magnetici, 34 tipi di trattamento, 42 articoli per attrezzature da laboratorio, 52 accessori per fotografia, circa 20 modelli di macchine fotografiche e di proiettori. Nel 1964 la società fu acquisita da 3M, azienda statunitense multinazionale, con la sua consociata 3M Italia. Gradualmente i prodotti passarono al marchio 3M e Scotch.
Furono acquistati una serie di fondi fotografici di clienti e studi di grande valore. Basti ricordare i fondi di Elio Luxardo, della ritrattista ungherese ebrea Ghitta Carell, le foto dello scrittore Giovanni Verga o le immagini del ritrattista Attilio Badodi, ma anche le immagini di numerosi fotoamatori italiani, alcuni dei quali sarebbero poi diventati molto famosi. A questi si aggiunsero moltissime foto scattate sui set del cinema italiano, che testimoniano correnti come il Neorealismo e l'attività di registi di portata internazionale come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Pierpaolo Pasolini.

 


La società Ferrania aveva al suo interno anche un importante centro di ricerca, che permise ai suoi operatori di tracciare l’evoluzione della tecnologia e della produzione, tanto sulle tecniche fotografiche, quanto su quelle cinematografiche e sulle arti grafiche.
Ferrania ha avuto la capacità di contribuire alla formazione della cultura fotografica attraverso i prodotti presentati al nuovo mercato e attraverso l’attenzione all’innovativa strategia di comunicazione e all’attività di promozione della cultura dell’immagine, delineandone la sua evoluzione secondo la trasformazione della società, degli stili di vita e dei suoi territori.
Tale impostazione consentì tra il 1947 e il 1967 la pubblicazione della rivista “Ferrania” che ospitò interventi e dibattiti di critici e fotografi di alto profilo. A Milano l’azienda aveva intanto costituito la cospicua biblioteca del “Centro Informazioni Ferrania” (CIFE), nella quale trovavano spazio riviste fotografiche, saggi e trattati di cine-foto-ottica, testi sul cinema e sulla comunicazione e preziose prime edizioni, per un totale di circa 4.000 volumi.
Nel 2002 nacque la Fondazione 3M per tutelare e divulgare il patrimonio di immagini ereditate da Ferrania, oltre che perseguire i temi di Corporate Social Responsability di 3M. La Fondazione 3M si propone come esempio dell’attenzione che una delle più importanti e innovative realtà industriali esercita in ambito scientifico, culturale, economico e sociale. È infatti un’istituzione culturale permanente, che opera da snodo di divulgazione e formazione dove scienza e ricerca, arte e cultura, discipline economiche e sociali, vengono approfondite, tutelate, promosse e valorizzate, nella consapevolezza dei valori d'impresa e della cultura dell'innovazione. Fondazione 3M applica con attenzione la protezione, divulgazione ed attualizzazione dell’Archivio organizzando mostre itineranti su temi attuali.

 

Parte del patrimonio documentale è stato donato da Fondazione 3M all'Università Cattolica nel 2006, che tuttora conserva la collezione nella Biblioteca della sede milanese. L'acquisizione del Fondo Ferrania-3M costituisce un importante arricchimento per la Biblioteca d'Ateneo. La raccolta comprende testi sulla cinematografia e sulla fotografia dalle loro origini fino ai giorni nostri: gran parte delle monografie sono incentrate sullo sviluppo della tecnica fotografica e sulla nascita e la storia della cinematografia nei diversi Paesi. Molti sono, inoltre, i cataloghi di mostre fotografiche e festival cinematografici più o meno noti. Numerose sono le serie di manuali ad uso del fotografo o del cineasta dilettante, edite in diversi Paesi tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, riguardanti pressoché tutti gli aspetti della cinematografia e della fotografia, oltre ai più famosi modelli di apparecchi fotografici prodotti in quel periodo. Testimone della moda di un’epoca ormai lontana è una piccola raccolta di cineromanzi in formato ridotto, pubblicati negli anni Trenta. Molto interessante, inoltre, è la relazione dattiloscritta del 1960, L’industria e la cultura, a cura di Libero Bigiaretti per la Olivetti, che risulta fino ad oggi inedita. Il più antico volume facente parte del Fondo Ferrania è la Raccolta delle più ovvie e più utili operazioni fisico-chimiche ed industriali per comodo delle missioni straniere di Pietro Antonacci, pubblicato nel 1847.
Alcune pubblicazioni risultano rare anche per una biblioteca universitaria: vanno ricordate l’introvabile prima edizione di Fotodinamismo futurista di Anton Giulio Bragaglia (1911); L’uomo che rubò la Gioconda (1920) di Gabriele D’Annunzio; Il vostro negozio (1933), semplice fascicolo di propaganda commerciale che contiene però un manifesto di Filippo Tommaso Marinetti sull’uso delle insegne luminose in ottica futurista; le prime edizioni italiane delle opere di Pudovkin sul cinema, sul lavoro dell’attore e del regista, sulla sceneggiatura del film; un’interessante raccolta di fotografie scattate da Lewis Carroll, autore di Alice nel paese delle meraviglie, valente fotografo oltre che grande scrittore; e infine una serie di manuali di fotografia pubblicati nei primi decenni del Novecento a cura del periodico “Il Progresso fotografico”.
Il Fondo offre dunque agli studiosi l’opportunità di accedere a un prezioso patrimonio di idee - ancor prima che di tecniche - che hanno cambiato la storia delle immagini nel XIX e del XX secolo.
I volumi sono conservati all'interno della Biblioteca centrale, nell'area dedicata alle Scienze della comunicazione e dello spettacolo, e possono essere ricercati agevolmente attraverso l'apposita sezione “Fondo Ferrania” nel Catalogo d'Ateneo.

La Rivista "Ferrania"

Fu nel 1947 che nacque la rivista “Ferrania”, mensile che si impose in un periodo di grande fermento nel mondo fotografico, con un'identità editoriale molto spiccata e frutto di un’azienda che lasciava grande libertà espressiva. Il direttore era Guido Bezzola, docente di Italiano all'Università Statale di Milano, in redazione Alfredo Ornano, esperto di chimica e fotografo e Luigi Veronesi come Art Director. La direzione artistica con Luigi Veronesi, pittore astrattista e fotografo – in qualità anche di impaginatore – conferì un tocco di modernità e originalità alla rivista. Attorno, una schiera di collaboratori di grande livello, provenienti dal mondo della cultura come Morando Morandini, Folco Quilici, Dino Formaggio, Giuseppe Turroni e tanti altri.
La “Rivista mensile di fotografia, cinematografia e arti figurative” ribattezzata nel 1955 “Rivista mensile di fotografia e cinematografia” con la prima copertina a colori, dedica fin da subito ampio spazio alla fotografia in bianco e nero, seppur nata contemporaneamente alla produzione della prima pellicola a colori – la Ferraniacolor – realizzata in Europa.
Il legame con il cinema era molto stretto e la raccolta si arricchì perciò di foto scattate negli ambienti cinematografici, fin da subito con la volontà di incrementarne il patrimonio acquistando dagli stessi autori le stampe pubblicate.
Nel 1967 – dopo 3.500 copie in formato A4 di 40 pagine ciascuna – la Ferrania sospese le pubblicazioni della rivista.
Oggi tutti i numeri sono digitalizzati e liberamente consultabili on-line sul sito fondazione3m.it.

Dove si trova

Biblioteca centrale
Largo Gemelli 1
edificio Gregorianum piano terra

Contatti:
02.7234.3849 
biblioteca.informazioni-mi@unicatt.it

Per ulteriori informazioni: 
Chiedi al bibliotecario

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